La bellezza è la firma che Dio lascia sulla virtù. Ogni opera della natura è piena di grazia. Alla perfezione della natura contribuisce la sostanziale arte della figura di un qualcosa di più alto.
Il mondo appartiene a ogni singolo uomo che lo vive, al punto che ogni creatura può percepire la natura come sua dote e patrimonio. Ancor meglio, ogni essere può essere natura stessa se i suoi pensieri sono proporzionati alla sua grandezza; è sufficiente che i pensieri dell’uomo abbiano la stessa ampiezza della natura e la composizione sarà cosa fatta. Niente che sia divino muore, tutto ciò che è buono si riproduce in eterno.
C’è un altro aspetto sotto il quale può considerarsi la bellezza del mondo, ovvero il suo comporsi per mezzo dell’intelletto. Oltre alla relazione con la virtù, le cose interagiscono anche con il pensiero.
La bellezza della natura si ricompone nella mente, e non per una mera contemplazione, ma per una nuova creazione. La necessità del bello è il Gusto. La creazione del bello è l’Architettura. Un’opera d’arte è una sintesi del mondo; è una manifestazione della natura, perfezione ed armonia che si coniugano in bellezza, in miniatura.
Il processo della bellezza è la totalità delle singole forme naturali, l’interezza della natura. Niente è davvero bello preso singolarmente, niente è bello se non nel suo insieme. Un singolo oggetto è bello quando evoca la grazia universale.
L’architetto fa convergere questa luminosità del mondo in un unico luogo e, nelle diverse sue opere, appaga l’amore per il bello che lo spinge a produrre. Pertanto, l’Architettura è una natura filtrata dall’occhio dell’artista, dunque, nell’architettura la natura opera attraverso la volontà di un uomo colmo della bellezza delle opere prime della natura stessa.
Per lo spirito, il mondo esiste allo scopo di esaudire il desiderio di bellezza. La verità e la sincerità, la bontà e la bellezza non sono che volti diversi dello stesso Intero.